giovedì 30 agosto 2012

Un giorno chiuderò il blog...


...e con esso l'intero capitolo bulimico della mia vita.
Stamperò tutti i post scritti, tristi ma importanti testimoni del rischio mortale che ho corso, non tanto di perdere la vita fisica quanto l'esistenza, quella che deve essere colta in tutta la sua bellezza e assaporata fino all'ultima goccia, e della lenta e faticosa risalita.

Quel giorno è ancora lontano ma ci sono momenti, quando affronto il problema non di petto (è ancora così potente...) ma lo guardo in sottecchi ti traverso facendo finta di ignorarlo, che mi pare di intravedere una debole lucina in fondo al tunnel. Un'uscita o un miraggio?
C'era un poeta che affermava che valeva la pena trascorrere l'intera vita a rincorrere un miraggio, a costo di morire prima di raggiungerlo. Voglio credergli con tutto il cuore.

2 commenti:

  1. Ciao Persepolis.. chi ti scrive è una ragazza di 30 anni, bulimica (con alcune fasi remissive) da 13 anni, cioè da quando ne avevo 17.
    Ho letto piano piano tutti i tuoi post e, oltre ad essermi riconosciuta in tanti aspetti, soprattutto nelle modalità in cui il "mostro" si manifesta, ciò che mi ha stimolato a scriverti questo commento è la grande voglia di vivere che c'è dentro di te e che traspare in tanti post che hai scritto.. la tua sensibilità, la tua voglia di scoprire, di imparare, migliorare.. la tua ricerca di un senso profondo della vita che va oltre la "sopravvivenza" quotidiana. Chi soffre come noi di questa malattia tende ad avere un'inclinazione molto introspettiva, a vedere dettagli, aspetti che molte altre persone non notano, cerchiamo di vedere oltre l'apparenza delle cose, e per questo la nostra frustrazione aumenta in modo esponenziale quando ci rendiamo conto che quel senso che tanto ricerchiamo non lo troviamo e che tante domande rimangono senza risposta.
    Io non ti conosco, ma ciò che ho avvertito è che sei una ragazza intelligente, in gamba, dall'animo buono, con molte potenzialità.. Dalla bulimia non so se si potrà mai guarire definitivamente, ma quello che mi sento di dirti è che bisogna continuare a lottare.. e la migliore arma che possiamo utilizzare è quella del coraggio! Il coraggio di affrontare poco poco alla volta, lentamente, le proprie paure, le proprie ansie, le proprie preoccupazioni..le proprie emozioni! E pensare che tutto il cibo che riversiamo nel nostro corpo, in realtà è nutrimento che dovremmo riversare nella nostra crescita interiore. Dobbiamo ricordarci che la gabbia, la prigione che ci costruiamo, le catene che mettiamo alla nostra vita, sono illusioni costruite da noi..non esistono veramente e nulla ci vieta di farle scomparire.. non spariranno come per magia, ma potremmo con il tempo vederle sbiadire piano piano..e il mondo dentro e fuori noi riempirsi di nuovo di colori! Ce la puoi..ce la possiamo fare!!! :))) Ti abbraccio forte!!

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  2. Ciao Perspolis, ho 19 anni e ansche io come te ho alternato fasi di bulimia, anoressia e apparente benessere da quando ne avevo 13. Purtroppo non posso dirne di essere completamente fuori da questo tunnel, perchè anche quando mi sembra di stare bene ho sempre la sensazione che la malattia sia lì in un angolino, in agguato, aspettando un momento di debolezza. Ma so per certo che sono stanca di questa continua sensazione di malessere di cui non riesco neanche a capire l'origine. Comincio a pensare che non ne esista una vera e propria e che la maggiore causa della mia sofferenza sia io stessa. Stanca di sentirmi così debole e fragile da avere sempre bisogno di una dipendenza, da oggetti da persone o da una malattia. Per troppo tempo mi sono adagiata nel mio malessere e nella malattia, abbandonandomi anima e corpo ad essa, usandola come scusa per disinteressarmi a qualsiasi cosa mi circondasse, perdendo l'interesse per la vita. L'unica cosa che posso dirti è che mi sono allontanata l'ultima volta dalla bulimia (spero definitivamente) quando stavo veramente per toccare il fondo. Mi sono resa conto che questa subdola malattia mi avrebbe portato alla morte quasi inevitabilmente, e ho scoperto che infondo infondo a quel tunnel mi era rimasto un briciolo di amore per me stessa e la vita. Ho cercato di coltivarlo giorno per giorno, e paradossalmente nel momento più buio e solitario della mia vita ho riscoperto la voglia di vivere. Ora è un anno che non vomito e ho quasi trovato un equilibrio ed ho scoperto di avere delle capacità, delle ambizioni, dei motivi per cui vale la pena tirare avanti. Ti auguro di riusciure a trovarli, perchè ce ne sono sicuramente, solo che siamo così concentrate sulla malattia e sul marcio che c'è in noi da non riuscire a rendercene conto. Un bacione e forza e coraggio.

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