mercoledì 28 settembre 2011

Che sto facendo?

Rilanciata a capofitto nella vita universitaria ho poco tempo per scrivere, per elaborare cio che mi succede, per fermarmi a fare il punto della situazione. Da una parte é un bene, perché i mille impegni mi tengono lontana dalle insidie del letto dall'altra mi sento una pallina rimbalzata ogni dove senza avere la possibilità di capire che sto facendo.
Che sto facendo? Sto guarendo? Migliorando? Oppure incubando l'ennesima ricaduta? Non sto affrontando il problema? Non ho chiamato la psichiatra, ho paura: so che quando tuuu tuuu farò trillare il suo telefono e ci saremo accordate sul primo appuntamento non si potrà piu tornare indietro perché sarò entrata nel (lungo?) tunnel della psicanalisi dove l'unica porta aperta é quella dell'uscita, e non so quanto sia lontana. Ho paura di quel lettino su cui dovrò ricordare gli eventi (spiacevoli?) della mia infanzia, ho paura di arrivare al giorno in cui sarò in grado di riconoscere la perversione mentale che ho creato ed esclamare costernata: "Persepolis, ma che cazzo hai combinato in tutti questi anni?" Ma la paura più grande...é che non serva a niente, e che io sia intrappolata in un malessere da cui non uscirò mai.

martedì 20 settembre 2011

Frase del giorno

"È il contatto fisico. In una città vera si cammina, ...sai no? Sfiori gli altri passanti, sbatti contro la gente... qui a Los Angeles non c'é contatto fisico con nessuno, stiamo tutti dietro vetro e metallo. Il contatto ci manca talmente che ci schiantiamo contro gli altri solo per sentirne la presenza."  (Crash - Contatto Fisico)

lunedì 19 settembre 2011

È da un sacco...

...che non vomito: 1 settimana oggi, quasi un record. Non posso vomitare perché ho paura che saltino i punti o qualcosa del genere...da quando ho fatto l'anestesia pero ho ondate di nausea che mi debilitano e che mi rendono il cibo indigesto e la pancia gonfia. Non vedo l'ora che passi per iniziare il mio nuovo programma dimagrimento. Obiettivo: sconfiggere la bulimia e perdere 5 kg per natale, ovvero cosi lentamente da non accorgermene neanche.
Regime: mangiare tutto quello che voglio (anche dolci) ma all'orario dei pasti e in maniera regolare.
Ogni inizio semestre parto piena di fiducia, vedremo...

Vorrei non dover pensare a niente.

Oggi ho ricominciato il semestre e fuori ci sono 10 gradi. é tutto grigio e piovoso e io siedo come sempre da sola in un caffé...sento lo stress che sale per le mille cose da fare: creare il mio programma dei corsi, le cicatrici che fanno male, il mio lui con cui non so bene come andare avanti, il corso di lingue, la psichiatra da chiamare, il baby sitting, ...vorrei non dover pensare a niente, non avere responsabilità né limitazioni. Vorrei che fra pensare di fare qualcosa e farla non ci fosse nessuna differenza, non come nella realtà dove ogni azione deve essere soppesata per le possibili conseguenze:
"vorrei fare zumba...ma ho ancora le cicatrici fresche e rischio di farmi male"
"stasera all'apero vorrei baciare quel mio trombamico...ma probabilmente sarebbe la fine con il mio lui"
"vorrei provare con la psicanalisi..ma questo vuol dire adattare tutto il mio semestre di conseguenza, dover fare un abbonamento speciale (é in un'altra città)"
"vorrei iniziare il semestre piu serenamente possibile...ma ho tre seminari da scrivere e due esami da preparare"
"vorrei perdere 5 kg in una settimana...ma é un'idea di merda"
Vorrei essere una bambina piccola che non deve prendere decisioni.

venerdì 16 settembre 2011

Sono sempre io

Sono sempre la stessa. Non sono guarita dalla bulimia, non sono piu bella né piu brutta di prima, i miei problemi non sono spariti...sono sempre la stessa con un seno piu piccolo (o meglio meno grande). Dopo i mille ripensamenti, paure, dubbi ora lo dico in faccia al mondo senza piu incertezze: ho fatto la scelta giusta. Non si puo dire che la mia operazione sia stata d'estetica: é stata pagata dalla cassa malati, la mia povera schiena urla "grazieee!", sono dovuta scendere a compromessi (le terribili cicatrici che ora dilaniano il mio seno con il tempo diventeranno piu fievoli ma resteranno per sempre).
Quando due giorni dopo mi hanno tolto i bendaggi e i drenaggi (che dolore!) guardando i miei nuovi seni ho pianto dal sollievo, dal sollievo di rendermi conto che li accettavo anche se cosi pieni di cicatrici, che il mio non era stato un capriccio bulimico, che finalmente mi ero tolta quel peso che da anni mi gravava nel fare sport, nel correre, nel muovermi, nelle relazioni sociali, nel rapporto con me stessa e le infermiere piangevano con me e battevano le mani perché avevano capito il senso della mia scelta. I miei genitori, i miei amici che sono entrati nella stanza dell'ospedale con stuzzichini e succhi di frutta per festeggiare, tutti coloro che si erano mostrati inizialmente scettici hanno tirato un sospiro di sollievo e hanno ammesso l'evidenza: ora ho un seno sempre grande ma finalmente proporzionato, che rispetta il mio corpo, che non mi impaccerà piu nei movimenti, che mi lascerà concentrami meglio su me stessa.
Non sento che da oggi cambierà tutto per il meglio, né sento che la vita ora sarà tutta in discesa...sono semplicemente felice perché mi rendo conto che questa settimana ho fatto un piccolo, doloroso ma importante passo verso la mia serenità.

venerdì 9 settembre 2011

Mangio e piango davanti al pc

Sono disperata. Lunedi entro in clinica e mi farò ridurre il seno...non é pericoloso, é una cosa che voglio fare, é per la mia salute, eppure oggi sono terribilmente triste. Della scelta che sono costretta a fare, della paura di stare facendo la cosa sbagliata, della rabbia per essere nata con delle tette del genere. Mi sono rimpinzata di cibo fino a scoppiare, senza vomitare...ho bisogno di sentirmi piena di cibo perché mi sento vuota di me...sto lottando contro la bulimia e sto per ridurmi le tette, ovvero sto per eliminare le due cose che piu mi hanno determinato negli ultimi anni...piango perché mi chiedo disperata: TOGLIENDO QUESTE DUE COSE COSA RESTA DI ME??! e piango ancora di piu perché mi autocommisero: COM'È POSSIBILE CHE IO RITENGA LE TETTE E LA BULIMIA I MIEI DUE ASPETTI PIU CARATTERIZZANTI??!
Ma é cosi, e i commenti osceni che gli uomini mi rivolgevano lungo le strade al mare me lo confermano. in questi ultimi anni mi sono limitata (anche spinta dal mondo) a considerarmi uno schifo ambulante con due tettone e che passa il tempo a mangiare e a vomitare...sento che sto per sparire. e se non sparisco, ovvero se la bulimia resta,é ancora peggio.

Grassona

Domani sera avrei una festa di gala, uno di quegli inviti che ti capitano solo una volta nella vita...e io non ci andrò, non ho neanche provato a cercare il vestito. SONO TROPPO GRASSA PER QUESTO GENERE DI COSE. e la cosa mi riempe di tristezza...non vomito da una settimana ma non sono felice, non vivo bene con questo mio corpo. Invidio la persepolis delle grandi digiunate, vorrei tornare ad essere lei...ma invece resisto perché so che mi porta solo all'autodistruzione. Mi sento in trappola: o mi comporto da bulimica, sono perversamente soddisfatta ma mi faccio del male oppure mi faccio del bene ma sono infelice. Vorrei cosi tanto volermi bene...invece appena penso/osservo il mio corpo mi viene la nausea dallo schifo. io non voglio essere cosi.

giovedì 1 settembre 2011

Mi sento stupida e ingannata

Era un mese che preparavo questo esame, il piu importante del bachelor. L'ho dato stamattina, con 1ora e mezzo di sonno e una quantità assolutamente esagerata di redbull in corpo. È ANDATO DI MERDA.
sono tornata a casa svuotata, il mio lui stava per partire per le vacanze e non ho neanche voluto rispondere al telefono, ancora profondamente offesa per una minchiata del giorno prima.
Ho appena ricevuto la mail con la conferma della nota: il professore mi ha dato il massimo del punteggio.
Sono arrabbiata perché sento di non meritarlo, mi sembra di non stare facendo passi avanti in niente anzi ora che non ho piu lo stress dell'esame probabilemente ricomincerò a passare le mie giornate a letto a vomitare. Oltretutto lui sta via per due settimane e io sono troppo orgogliosa e incasinata per cercare di mettere a posto le cose.

Ho qualcosa di veramente perverso in me, mi sento un giocattolo rotto.