giovedì 19 luglio 2012

Passi da gigante: sto guarendo (spero) dalla bulimia

Questa volta forse sul serio.
Ciò assolutamente non vuol dire che io vomiti di meno, anzi. Le mie sono ancora le fasi germinali di quello che si prospetta essere un processo di guarigione faticoso e lunghissimo, che forse si prolungherà un'intera vita...ma che vale la pena di essere percorso.

Per la prima volta nella mia vita ho capito che la guarigione non inizia da una dieta o dallo sport: inizia da una seria riflessione su me stessa. La bulimia, così come mille altri disturbi, non sono che l'estrincazione, terribile è vero, ma pur sempre conseguente di un disagio interiore. Non è l'origine del problema per cui partire da lì per raggiungere una soluzione non può che risultare fallimentare.
In queste settimane sto riflettendo come mai ho fatto prima: cerco di fare in modo che il cibo sia solo cibo e se mi abbuffo cerco di non vomitare e se vomito amen, non ci penso. Cerco di non guardarmi troppo allo specchio se non a quello dell'anima e mi interrogo sulla vita, sul ruolo della donna della società, sull'essenza dell'uomo. Supporti fondamentali che mi aiutano ad arrivare alla fine della mie giornate più in chiaro che all'inizio sono per ora i teatri di Dario Fo e le canzoni di Fabrizio De André che mi aiutano ad affrontare le difficoltà con ironia e a concepire l'inquietudine esistenziale come una qualità intrinseca all'uomo e non come un male letale da debellare.

Le conclusioni a cui sono giunta per ora sono ancora troppo confusonarie per essere esposte. Una presa di consapevolezza forte e potente che ho preso è però questa: la vita è troppo preziosa e ricca per essere malate di bulimia.

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