domenica 7 agosto 2011

La mia psicologa dice...

...che il cibo equivalente a "piacere" per me non esiste. Che per me esistono solo i cibi "sani", ovvero quei cibi insipidi che mia madre mi inculca fin da piccola e che da anoressica osannavo, e i cibi "tabu", che MAI si troveranno a casa mia e che anzi se qualcuno prova a comprarli/chiederli provocherà l'ira cieca di mia madre. Quei cibi maledetti sono un desiderio che mi provocano terribili sensi di colpa e se oso mangiarne sento subito il bisogno di sfociare in un'abbuffata clandestina che mi condanna a sensi di colpa che durano giorni oppure a vomitarli subito.
Questo ha detto la mia psicologa: di cancellare dalla mia mente le categorie "sano" e "tabu". Il cibo deve diventare un PIACERE. Basta con le abbuffate, i tentati digiuni, le vomitate, i sensi di colpa, gli autocontrolli.

Cosi l'altro ieri sono andata a fare la spesa. Mi sono resa conto che di solito le mie spese potevano essere di due tipi.
Spese "sane" (quando cerco di digiunare/dimagrire)--> verdure, frutta, quark magro, pesce surgelato
Spese "devasto" (quando mi abbandono totalmente)-->burro, treccia, pizza, biscotti, patatine
Non ho fatto né l'una né l'altra, ho comprato cibi "buoni" che mi piacciono, a prescindere della categoria a cui appartenevano:
Spesa "buona"-->melanzane,panna, peperoni,pesche,cioccolato nero, crostata di lamponi, mozzarella, quorn

Risultati: mangiare a tutti i pasti (anche merenda) mi fa terribilmente scazzare, appena mangio sento l'impulso di abbuffarmi o di vomitare tutto. sono abituata o al troppo vuoto o al troppo pieno in pancia. Non sono abituata al cibo che si acciambela sereno nello stomaco e li resta senza dar fastidio in attesa di essere digerito. Mi irrita, non lo tollero. Ma sopporto. E vedo i benefici: la concentrazione e lo studio sono notevolmente migliorati e visto che non ho né fame né mal di pancia penso molto di meno al cibo.
Vorrei non mangiare affatto e mettermi a contare ogni singola caloria per non superare le 1000 ma non lo faccio perché mi rendo conto che una dieta folle mi renderebbe MOLTO piu felice ma non farei un passo avanti nella mia guarigione. Ed é quello il mio obiettivo ora.

Grazie psic ;)

3 commenti:

  1. Brava ragazza e brava psicologa!
    Ora bisogna continuare così (e capire che è cosa buona, non solo far finta :) )

    Elisa

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  2. Ciao Elisa scusa se non ti ho risposto ma sono sotto esami e il mio tempo libero scarseggia...ti ringrazio molto per i tuoi post di sostegno, davvero. La bulimia é anche la malattia della solitudine e dell'emarginazione quindi sapere che qualcuno si interessa a te, beh fa piacere.
    Come hai letto in questi giorni sto cercando di dare al cibo solo il suo significato, quello di essere buono e di nutrire, evitando di affibbiargli tutto quell'universo di emozioni e stati di animo che di solito scatenano le mie abbuffate/digiuni...mi sento con molte piu forze ma vedremo quanto dura perché di solito i miei tentativi disperati di stare meglio resistono due settimane e poi ricrollo. La verità é che vorrei svegliarmi la mattina, alzarmi e vestirmi senza pensare costantemente al cibo, senza controllare ansiosamente il mio corpo in ogni vetrina, senza che mi venga da piangere quando sento fame...devo lavorarci, da settembre andrò da una psichiatra.
    Grazie ancora, Persepolis

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  3. Non devi ringraziarmi e non ti stare a scusare :D
    Io continuo a seguirti e faccio il tifo per te, non preoccuparti se non riesci a rispondermi!
    Un abbraccio

    Elisa

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